SANTA MARINA DI BITINIA SANTA PROTETTRICE DI POLISTENA
E CHE SI FESTEGGIA
SANTA MARINA DI BITINIA SANTA PROTETTRICE DI POLISTENA
E CHE SI FESTEGGIA
Santa Marina nacque in Bitinia, antica regione
dell’Asia Minore, da genitori cristiani nel 725 circa. Dopo la morte della
madre, il padre, di nome Eugenio, ancora addolorato per la perdita dell’amata
moglie, decise di ritirarsi in un convento a Canobin, in Siria. Marina in cuor
suo era molto triste per la lontananza dell’amato padre. Anche Eugenio soffriva
molto. Allora un giorno recatosi dall’abate, mediante un innocuo stratagemma,
disse che a casa aveva un figlio, il quale aveva espresso ripetutamente il
desiderio di poter entrare nel convento. L’abate, commosso, consentì ad Eugenio
di poter portare il figlio. Eugenio allora partì e prese con sé la figlia. Marina
entrò in convento con il nome di fra’ Marino, vestendosi da uomo, in quanto non
era ammesso alle donne entrarvi. Non era difficile per Marina dissimulare il
proprio sesso, il padre gli aveva tagliato i lunghi capelli, inoltre i frati
vivevano in celle molto buie indossando un grande cappuccio che copriva il loro
volto. Restò in convento anche dopo la morte del padre, conducendo vita
monastica e seguendo gli insegnamenti dell’amato padre.
Durante un lungo viaggio, per raccogliere provviste
per il convento, con alcuni confratelli passò la notte in una locanda. La
figlia del locandiere, rimasta incinta di un soldato la notte stessa, accusò
successivamente il “monaco Marino” del misfatto. I genitori della ragazza,
infuriati, corsero al convento e raccontarono tutto all’abate, che rimase
allibito, non credendo per nulla alle accuse che venivano rivolte verso uno dei
suoi frati. Marina, accusata ingiustamente, andò col pensiero a Dio e, invece
di discolparsi, si autoaccusò di una colpa non sua. L’abate, addolorato, la
cacciò immediatamente dal convento e le fu affidato, subito dopo lo
svezzamento, il bambino, che secondo la tradizione si chiamava Fortunato, e che
allevò con mezzi di fortuna. Restò sempre nei dintorni del convento facendo
penitenza per una colpa che non aveva mai commesso ed elemosinando il poco cibo
che serviva per il piccolo Fortunato.
Finalmente, dopo tre lunghi anni, dietro
intercessione dei frati, che mai avevano creduto all’accusa verso il
confratello, l’abate riammise in convento fra’ Marino, a condizione che si
mettesse al completo servizio dei frati. Ma troppo duri erano stati i
sacrifici, tanto che avevavo colpito il fisico di Marina. Poco tempo dopo, nel
740 circa, infatti morì. I monaci, mentre lo svestivano, prima della sepoltura,
fecero la sorprendente scoperta e capirono allora di quale grossa diffamazione
fosse stata vittima e l’ammirarono per la sua grande rassegnazione. Grande fu
la commozione dell’abate e dei confratelli davanti al corpo di Marina. La
figlia del locandiere, rimasta posseduta dal demonio dopo l’accaduto, corse al
convento e santa Marina compì il suo primo grande miracolo, liberandola dal
male.
Fu sepolta nel convento, da dove fu trasferita dopo
qualche tempo in Romania ed infine a Venezia, ove ancora oggi si venera il suo
corpo incorrotto.
Santa Marina viene festeggiata in giorni diversi da
varie Chiese orientali. La Chiesa copta ortodossa la ricorda tradizionalmente
il 15 del mese di Misra del calendario copto, corrispondente al 21 agosto, data
della sua morte; è onorata anche dalla Chiesa maronita, mentre il Martirologio
Romano la ricorda il 18 giugno. È particolarmente venerata a Parigi. A Venezia
la si festeggia il 17 luglio. Le reliquie di santa Marina sarebbero state
traslate dal convento in cui era morta, in Romania; da qui il mercante
veneziano Giovanni Bora le avrebbe acquistate, corrompendo i custodi,
portandole a Venezia il 17 luglio 1228. Qui il corpo di santa Marina fu
collocato nella chiesa di San Liberale, che prese quindi il nome di Santi
Liberale e Marina. Dopo la distruzione della chiesa nel 1810 le reliquie sono
solennemente esposte in un sontuoso altare in marmi policromi nella Chiesa di
Santa Maria Formosa.
Particolare del volto del Simulacro di Santa Marina
Vergine Patrona e Protettrice di Santa Marina di Milazzo e Messina in Sicilia e
Polistena in Calabria.
Durante la festa patronale del 2000, a Casole Bruzio
e a Polistena, da Venezia sono giunte le spoglie della santa, le quali sono
rimaste per una settimana nella chiesa di Santa Marina Vergine delle rispettive
città.
La Reliquia che si custodisce a Polistena è la
costola sinistra e su di essa stanno attaccati alcuni frammenti della sua
carne, essa si trova in un reliquiario realizzato da un argentiere veneziano.
Polistena è fiera di custodire, grazie all’illustre Arcivescovo Valensise, che ottenne
per la pregevole concessione dell’Eminentissimo Cardinale Trevisanato,
Patriarca di Venezia nel 1870.
A Santa Marina di Milazzo in provincia di Messina
ogni anno viene festeggiata Santa Marina Vergine la domenica successiva il 18
giugno, con una solenne processione per le vie del paese del venerato simulacro
della Santa. Il 18 giugno viene celebrata la Festa Liturgica con una solenne
Messa, celebrata dall’Arcivescovo di Messina.
A Santa Marina Salina in provincia di Messina ogni
anno viene festeggiata Santa Marina Vergine il 17 luglio con una solenne
processione dell’effigie della Santa.
A Ruggiano in provincia di Lecce nel santuario a lei
dedicato sono presenti alcune sue reliquie, un lembo del velo e un frammento
del cranio. Ogni anno viene festeggiata il 16 e 17 luglio.
In agosto il Duomo di Polistena (dedicato alla
Santa) fa la festa di Santa Marina di Bitinia protettrice della città da epoca
immemorabile, l’origine della festa con la “Teoria dei santi.” (ovvero la
Processione delle 26 statue di Polistena che ancora oggi si celebra dopo tanti
anni di interruzione). Da identificarsi nell’epoca del Terremoto di Polistena
del 1783 che provocando oltre 2000 vittime, distrugge l’intera città. Quando
Polistena si riprese da questa calamità ha avuto la necessità di ricorrere
all’intercessione della Santa Patrona e di tutti i santi presenti nella
cittadina, portandoli in gran festa per le vie del paese.